AUTOREALIZZAZIONE E DONO DI SE’
“Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua” Lc 9, 23
“Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua” Lc 9, 23
I quattro cavalieri dell’apocalisse (cit. in Gottman-Gottman, dieci principi per una terapia di coppia efficace) nella relazione di coppia rappresentano quattro atteggiamenti, che se continui e costanti nel tempo possono far finire il tuo matrimonio in 5-6 anni. Ricerche scientifiche e studi su tantissime coppie mostrano come il fallimento del rapporto sia dietro l’angolo se CRITICHE, DISPREZZO,** EVITAMENTO e **OSTRUZIONISMO fanno da padroni alle tue interazioni di coppia.
La Parola di Dio è un dono meraviglioso perché sempre aperta, sempre nuova, sempre disponibile a dire qualcosa che prima non coglievamo. La Parola si incarna nella storia e nel momento e questo la rende ricca e multiforme. La Parola di Dio oggi ha qualcosa da dirti. È una sorgente sempre pronta per te che desideri stare alla presenza di Dio e con la sua luce discernere nei momenti difficili della vita. Quante volte siamo stati davanti al vangelo di questa domenica (Mt 22, 34-40)
«Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati» Mt 5,6 Continuiamo il nostro cammino attraverso le Beatitudini, come fossero una scalinata che scende, conducendoci al cuore del Vangelo e della nostra vita cristiana.
«Beati i miti, perché avranno in eredità la terra» Mt 5,5 Continuiamo il nostro percorso sulle Beatitudini, in questo tempo di isolamento e di incertezza, in cui la casa è divenuto il nostro rifugio sicuro, ma allo stesso tempo comincia a starci stretta.
Saper DIRE DI NO dà la possibilità alla persona di mettere un confine con l’altro su cose spiacevoli, di esprimere i propri bisogni e le proprie esigenze.
Continuiamo la nostra riflessione mensile sulla scia delle Beatitudini. Siamo alla seconda Beatitudine: « Beati quelli che sono nel pianto perché saranno consolati » Mt 5,4 . Io sono sbalordita e meravigliata ogni volta che vedo come il Signore accompagna il nostro cammino!
Continuiamo il nostro cammino sulla scia delle Beatitudini. La prima Beatitudine che Gesù proclama, guardando la folla che è davanti a lui, è la povertà. Questa è la porta d’ingresso delle Beatitudini, non a caso. «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei Cieli» (Mt 5,3).
L’amore, per rendere, ha bisogno di essere personale, di essere vissuto, sperimentato, sentito in una relazione. Ha bisogno di parole, di gesti, di sensazioni. Non può essere speculazione teorica.
Mi trovo a scuola, dove lavoro con i bambini dai tre ai sei anni. Ancora sento dentro di me la scia di luce e di intima gioia lasciata dal sorriso di una bimba. Una bimba che con il suo silenzio e con il suo essere quasi invisibile grida il suo bisogno di essere guardata, riconosciuta, amata.
Coinvolgente, intenso, appassionato e intraprendente: Il libro di Antonio e Luisa De Rosa ti coinvolgerà in un viaggio concreto fra i più emozionanti ed eccitanti, all’interno della dimensione più preziosa e sacra che l’uomo possieda, la SESSUALITA’.
Una sola paura mi ha perseguitato in questi giorni: e se alla fine di questo pellegrinaggio restassi schiacciata solo dalla fatica e dalla stanchezza? E se entrando in Porziuncola, all’uscita, mi sentissi esattamente come sono entrata? E se non cambiasse niente per me.
Ci siamo. Ormai è fatta! Sono arrivata alla quinta tappa di questa esperienza così intensa e coinvolgente. In questa marcia francescana delle famiglie Lazio-Abbruzzo sto riscoprendo qual è il mio posto nella mia vita, nella mia storia, in quel Dio che amo tanto.
Giovanni 14, 1 “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me”
Dal Vangelo di Giovanni 1,38. “Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: -che cosa cercate?-. Gli risposero: - Maestro, dove dimori?-“
Nella catechesi della prima tappa abbiamo raccontato di come l’uomo ha perso la comunione con Dio e la possibilità di godersi la bellezza di quel giardino donato, rifiutando i suoi limiti e** cedendo a quella bugia che lo vuole convincere che sarà benedetto e felice quando sarà come Dio.**
La prima tappa è a Lanciano. A pranzo mi è caduta una borraccia da un litro piena d’acqua sul ditone del piede che pur volendolo ignorare è diventato viola e mi fa malissimo. Non posso camminare, né appoggiare.
I Reis alla marcia delle famiglie LAZIO-ABBRUZZO. Tenendo conto che mio marito sta scomodo pure sul letto dell’hotel cinque stelle se non ha il suo cuscino, la vedo dura per lui. Ma Roberto è deciso perché ha avuto l’intuizione! E quando lui intuisce la famiglia è rovinata… e non si torna indietro.
Lassù sulle montagne, laggiù nel profondo del cuore. Succede così, più sali verso l’alto, verso Dio, più scendi nel profondo di te, del tuo passato, della tua storia, dei ricordi, delle ferite. Ti ritrovi con dei muri di fronte che sono cresciuti giorno dopo giorno, mattone dopo mattone, incementati da certi silenzi che pian piano sono diventati invisibili.
Scrivo dalle montagne profumatissime della Valtellina. Questi giorni in montagna sono un regalo non previsto perché quest’anno ci dobbiamo ripagare la macchina nuova e dobbiamo risparmiare, perciò niente settimana in Trentino.
Sono una siciliana atipica, perché odio il caldo, il mare mi distrugge e le mie vacanze rigeneranti sono in montagna. In questi giorni regalati in Valtellina, non solo mi sto godendo il fresco, il profumo intenso di alberi e prati, ma anche l’intimità e il calore di famiglie con cui camminare insieme verso il GUSTO DELL’AMORE.
Come l’immagine della Santissima Trinità ti può aiutare a cogliere il mistero dell’Amore di Dio, e come puoi riportare questa esperienza nelle tue relazioni. Per tentare di raccontare la relazione fra Padre, Figlio e Spirito Santo, puoi pensare ad una vorticosa relazione d’amore che supera la tua intelligenza e razionalità, ma che ti può ispirare se pensi a questa relazione come una continua tensione positiva di affetto e tenerezza.
Al vederlo restarono stupiti e sua Madre gli disse: “Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io ti cercavamo angosciati”. Ed egli rispose: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?” Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Luca 2, 48-50
Ho sempre provato avversione per le mie fragilità e per la sofferenza. Forte, tenace e apparentemente indistruttibile, se soffi su certi punti mi sembra di frantumarmi. Tante volte nella mia storia sono stata convinta di dover affrontare le difficoltà da sola, ma la vita grazie a Dio me lo ha impedito, donandomi degli amici speciali che sono entrati intimamente in relazione con quei fatti faticosi che io volevo solo vomitare o nascondere.
Se hai sperimentato la gioia della risurrezione di Gesù nella tua vita, significa che in un fatto difficile della tua storia che sembrava decretare la tua “fine”, hai scoperto che il tormento non aveva l’ultima parola per te in quella vicenda. Questa è la nostra fede. Ma non tutti i giorni della tua quotidianità sono fatti di gioia, non tutta la tua settimana respira la risurrezione di Dio.
Una delle ferite più dolorose con cui l’uomo deve fare i conti è la menzogna, che si porta dentro fin dai tempi di Adamo ed Eva, che Dio ti tende delle trappole. La sensazione o il pensiero che prima o poi Dio ti fregherà, se non ti sta già imbrogliando, e che di Lui non ci si può fidare.
Se ti sei sposato in Chiesa, il matrimonio è per te lo spazio privilegiato per incontrare il Signore. Nell’Amore a tua moglie e a tuo marito incontri il tuo VERO SPOSO che è prima di tutti Cristo Gesù.
Raduno nazionale dell’Intercomunione delle Famiglie a Cattolica. Io e Roberto siamo stati invitati per conoscerci dal vivo. Per fare rete nella missione che ci accomuna: testimoniare l’amore di Dio a coppie e famiglie.
Voglio cambiare questa cosa ma non ci riesco. Ho fatto tutte le novene possibili e le preghiere pensabili ma la cosa non cambia. È da venticinque anni che sto in terapia ma non cambio. Il cambiamento per un cristiano è legato alla conversione.
Quanto vorremmo che il signore ci togliesse ogni problema, quanto vorremmo che ci sollevasse da ogni sofferenza. Pensiamo che la salvezza della vita nostra passi dalla risoluzione di ogni mancanza e dal cambiamento di ogni cosa spiacevole.
Il Vangelo di questa domenica ci dona la figura di Cristo Re dell’Universo. Che cosa significa per noi essere sovrani delle nostre vite ad immagine e somiglianza di Cristo? E perché per l’uomo è vitale ispirarsi a questo tipo di regalità?
Questo articolo è dedicato a noi donne più che agli uomini. Perché di tutte le storie che ho ascoltato e le amiche che si sono confidate, compresa me medesima quando mi metto nei panni di mio marito, siamo sempre noi donne a pretendere che il nostro compagno comprenda da solo e spontaneamente di cosa abbiamo bisogno.
Come si trasforma la vita intima e sessuale di una coppia da sposati. Forse fai parte di quelle coppie che da fidanzati hanno scelto di vivere l’esperienza della castità, regalo bellissimo che permette ai fidanzati di scoprire e coltivare la gratuità e il rispetto verso il partner, e cosa più importante non usare il sesso per allontanare i problemi o gli scontri.
“Oh ma che c’hai contro la sofferenza?!” “Io la sofferenza la schifo proprio. Nessuno è così idiota da voler provare dolore!! Io non voglio soffrire più!!”
“Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi. Ha creato le cose perché esistano”. Così dicono i versi della prima lettura di domenica scorsa. Dio ci ha creato perché voleva che vivessimo. Per Lui siamo i benvenuti alla vita e al mondo.
Il perdono è sicuramente uno dei gesti più difficili e più complicati, ma che più profondamente rimandano a Cristo.
Don Fabio Rosini è l’uomo che il Signore ha scelto per trasformare e capovolgere completamente la mia vita. Ma non solo la mia.
Io San Tommaso, il discepolo di Gesù, lo amo proprio. Forse se avessi avuto un terzo figlio maschio mio marito avrebbe acconsentito a chiamarlo Tommaso, perché coi primi due sul nome non ce stato nulla da fare, la lista non s’incrociava sul nome Tommaso.
Come legare la Pasqua alla realtà della vita di coppia. C’è un regalo speciale da scartare in questo mistero Pasquale per te. Il Mistero Pasquale è la base del Mistero Nuziale. Non è teologia astratta imprigionata in libri incomprensibili, ma carne e sangue di un Amore profondo e senza fine che è per noi. E’ donato per te oggi.
Il matrimonio ha la forma della resurrezione!La croce e il dolore sono solo un momento di passaggio che serve a farci diventare veri uomini e vere donne. La forma della resurrezione non vuol dire che i problemi si risolvono come vogliamo noi, e nei tempi da noi stabiliti.
Quando ero piccola la mia festa preferita era il natale. Adoravo il calore e il senso di famiglia che si respirava nell’aria. La preparazione dell’albero tutti insieme, la letterina a babbo natale per esprimere i nostri desideri, le cene e i pranzi di famiglia tutti insieme, nonostante la fatica delle relazioni. Il freddo fuori e il caldo dentro.
La vita è un dono di Dio prezioso. E come dono Suo, è da Lui che possiamo imparare le “istruzioni per l’uso” per viverla davvero e sentirci pieni, completi, soddisfatti e appagati. Le Sue “istruzioni per l’uso” non sono comandi, doveri, moralismi sterili, ma sono le parole che un Padre dona ad un figlio perché egli possa portare frutto e questo frutto possa rimanere.
Quest’anno finalmente mi sono sentita pronta a leggere il libro su Chiara Corbella “Siamo nati e non moriremo mai più”. Non è che abbia deciso io. Un mio carissimo amico è morto e io non lo accetto. Non accetto come è morto. Non accetto il momento e mi chiedo Dio qui dove sta
Amore ti devo parlare mi serve un ora del tuo tempo. C’è qualcosa che mi tormenta e ho bisogno di parlartene. Però mi serve tempo. In un caldissimo pomeriggio d’estate mio marito mi dice così. Raramente mi ha fatto una richiesta del genere. I maschi di solito non vogliono un ora di tempo per parlare. Poi soprattutto lui non è il tipo da mostrare il suo dolore. Piuttosto la rabbia. Su quella è specializzato.
Amico mio forse non è passato neanche un mese da quando non ci sei più. La tua morte ha creato in me uno spazio per riflettere sul valore prezioso della sofferenza e sul senso della prova nella vita.
E’ deciso ci sposiamo l’8 dicembre del 2005, ad Assisi dopo 2 anni di fidanzamento casto. Ci sposiamo in Chiesa e celebrano tre frati. La Chiesa è il nostro porto sicuro. Apposta ci sposiamo in Chiesa, per avere certezze e le benedizioni giuste! Del resto siamo cristiani, abbiamo fatto un lungo cammino, corso per fidanzati, corso prematrimoniale, ritiri vari, padri spirituali, che mai ci potrà succedere?! Non avevamo capito assolutamente niente del passo che stavamo facendo e della consacrazione che stavamo abbracciando.
Questa lettera la scrivo a te.
La Santità non è un titolo onorifico. La santità non è qualcosa che ti procuri con le tue capacità o qualità. La Santità non dipende da quanto sei bravo ed efficiente, ne ha a che fare con l’essere una persona eccezionale senza difetti. La Santità non ha nulla a che vedere col dovere e la costrizione.
A volte ti fa paura l’idea di restare single. Di non trovare la persona giusta con cui stare bene e costruire un progetto di vita comune. Forse hai avuto diverse storie più o meno serie, più o meno stabili, magari ti sembra che tutte queste esperienze più che nutrire ti hanno inaridito il cuore o non ti hanno dato nulla di costruttivo. All’inizio ti divertivi ma ora sei stufo/a. A 30 anni ti rendi conto che il tempo sta passando e le modalità messe in campo fino a questo momento non funzionano più per costruire qualcosa di duraturo e intimo.
Il vangelo di oggi parla del valore della preghiera nella nostra vita cristiana. La preghiera è lo spazio e il tempo della nostra relazione intima con Dio. La preghiera verso Dio è come il pianto di un neonato di notte che dipende dalla sua mamma per mangiare e bere. La preghiera ci ricorda chi siamo noi e Chi è Dio per noi.
Unità di misura del suo amore. Criterio preferenziale di relazione. Inizio e fine della nostra salvezza. Porta di ingresso privilegiata dell’incontro con LUI. Esperienza di amore infinito che ci apre alla vita. La liturgia di questa domenica ci annuncia la MISERICORDIA di Dio!
Il vangelo di questa domenica parla del POSTO. Primi posti. Ultimi posti. Ma posti dati da chi? E rispetto a che cosa. Viviamo tutta la vita nell’unico desiderio di essere amati, visti, apprezzati, considerati. Da piccoli non chiediamo altro. Vedo i miei figli che mi chiedono continuamente “mamma guardami!”; “mamma mi stai guardando? Mi devi guardare! Mamma guarda come sono bravo”.
Nel vangelo della domenica Gesù parla della salvezza di Dio. La salvezza per l’uomo non viene dai suoi meriti, dai suoi sforzi, dal fare le cose bene, dal seguire tutte le regole, dall’essere precisi, dai sacrifici.
Il Vangelo di oggi è molto eloquente! Ci invita ad usare BENE le nostre ricchezze e ciò che possediamo perché quando la nostra vita sarà al termine cosa rimarrà di noi? Quando “sorella morte” busserà alla nostra porta, noi cosa possederemo per risponderle in pace?
LUI: “Arrivo a casa dopo il lavoro e trovo tutto in disordine, calzini e abiti in giro, borse dei ragazzi qua e la, il letto a soqquadro, la cucina piena di piatti sporchi. E’ un caos totale. Mi sento furioso! Vorrei trovare ogni cosa al suo posto e invece lei lascia tutto in giro. Sono talmente arrabbiato che comincio a lanciare le cose che trovo in giro e mia moglie resta sbigottita. Spesso finiamo a litigare violentemente”.
La tenerezza è molto più di un gesto. E’ l’atteggiamento dell’animo di un uomo e di una donna che sanno amare e si sentono amati. La tenerezza si esprime con gesti di dolcezza verbali e non verbali, azioni affettuose che esprimono sentimenti profondi. Oggi ci troviamo in un momento storico in cui la tenerezza è vista come un’espressione mielosa, sdolcinata indice di debolezza per gli uomini e pretesa romantica delle donne. La tenerezza vissuta in modo superficiale non permette di esprimere all’altro la sua unicità, ma è solo uno scimmiottamento dell’amore.
Il Vangelo questa domenica ci ricorda che siamo tutti figli di uno stesso Padre. Tutti. Nessuno escluso. E la preghiera è il luogo privilegiato di questa relazione d’amore in cui Dio manifesta la sua Grazia.
Il Vangelo di questa domenica presenta due persone, Marta e Maria. L’azione la contemplazione a confronto, per spiegare qual’è la parte migliore che ci si può prendere nella relazione con Dio. Marta si occupa del servizio, di fare le cose e farle bene, vuole servire al meglio Gesù che le fa visita e si spende perché tutto sia al top. Fin qui non fa una piega! Non si può vivere una vita cristiana senza opere, senza il servizio, senza il fare.