La Preghiera: dalla relazione con Dio alla relazione coniugale

Claudia e Robero | 24.07.2016

Il Vangelo questa domenica ci ricorda che siamo tutti figli di uno stesso Padre. Tutti. Nessuno escluso. E la preghiera è il luogo privilegiato di questa relazione d’amore in cui Dio manifesta la sua Grazia.

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Non si tratta solo di richieste nel bisogno, ma di invocare la presenza del Signore nella nostra vita, come un fidanzato che corteggia la sua amata e la cerca, la chiama, le parla, la desidera. Quando la preghiera parte da un cuore innamorato di Dio e del prossimo, il Signore si può manifestare con la sua Bellezza. Dio sa di cosa hai bisogno ancora prima che glielo chiedi, ma quando preghi per i tuoi fratelli, per le necessità del tuo prossimo, lì è amore, lì è Dio, lì Dio può rispondere e intervenire. La preghiera non serve a Dio. La preghiera serve a te per ricordarti chi sei, che sei figlio bisognoso di un padre amorevole che desidera occuparsi di te al meglio nella tua libertà. Per Dio custodire la tua libertà è molto importante. Così importante che non impone nulla, non costringe, non forza, non interviene se non glielo chiedi insistentemente. La Parola del Vangelo ci insegna che nella vita di coppia possiamo farci nudi e deboli davanti all’altro e nelle nostre relazioni interpersonali. Possiamo chiedere e mostrarci bisognosi, perché è li che l’altro può farci vedere quanto ci vuole bene e può fasciare le nostre ferite. Non temere di mostrare a tuo marito la tua vulnerabilità. Non avere paura di far vedere a tua moglie le tue ferite, perché è proprio quel dolore condiviso lo spazio dell’incontro amoroso e della costruzione dell’intimità vera. E tu marito, tu moglie abbi cura del dialogo del tuo partner, della sua preghiera, delle sue confidenze. Custodisci il momento in cui si mostra vulnerabile perché questo mette in circolo amore e questo amore sana la vita. Non usare la sua debolezza per fargli male, come spesso accade nel litigio. Come sposi possiamo pregare Dio riconoscendoci nelle nostre povertà coniugali e occupandoci della povertà degli altri. Ricordiamoci di non chiuderci in noi stessi pensando solo a noi e a quello che ci serve. La Parola ci stimola a pregare per il nostro partner proprio quando ci fa più male, perché è in quel momento che lui è più debole e fragile. Amiamoci a vicenda, occupiamoci l’uno dell’altro, rendiamoci la vita un paradiso facendo circolare affetto, tenerezza e accoglienza.