“Io credo non perché vedo, ma perché sono stato visto” E. De Luca

Claudia e Roberto | 12.04.2018

Io San Tommaso, il discepolo di Gesù, lo amo proprio. Forse se avessi avuto un terzo figlio maschio mio marito avrebbe acconsentito a chiamarlo Tommaso, perché coi primi due sul nome non ce stato nulla da fare, la lista non s’incrociava sul nome Tommaso.

amaore.jpgFigura bistrattata nelle omelie dopo Pasqua a causa della sua fede debole, viene criticato e portato alla ribalta per il fatto di mettere in dubbio l’apparizione di Gesù Risorto e per la pretesa di volerlo toccare e vedere a tutti costi. E invece io credo che questo discepolo sia prezioso e assai simbolico di qualcosa che capita spesso nella nostra relazione con Dio. Come Tommaso, abbiamo avuto un tempo in cui abbiamo conosciuto intimamente il Signore Gesù. Sappiamo chi è, lo abbiamo sentito e toccato perché Egli è passato nella nostra storia e per questo ci siamo convertiti. Quando Gesù si fa presente nella nostra esistenza e nei fatti che ci capitano, ci sentiamo rinfrancati e sostenuti e questo da senso ai nostri sforzi e alla fatica di andare avanti. Vorremmo sentirci arrivati sulla questione per trovare la pace una volta e per sempre, nonostante la fatica di sopportare l’isteria di una moglie troppo pesante, o di accettare un marito distratto troppo superficiale, o tenere il peso dei casini sul lavoro, le pressioni dei figli che a volte sembrano solo delle sanguisughe, dei propri genitori che invecchiano o della fidanzata/o. Ci piacerebbe aver trovato Gesù Risorto una volta per tutte e non dover piangere mai più la sua mancanza nelle cose della nostra vita che non capiamo e ci fanno male. Ma non è così, perché invece dubitiamo e non crediamo che Lui sia li presente con noi e per noi, proprio come Tommaso. Tommaso non si ferma al dubbio e all’incredulità, lui cerca il Signore, lo desidera, vuole nuovamente sfiorarlo e incontrarlo ed è questo il suo insegnamento per noi oggi: non smettere mai di desiderare di toccare e vedere Gesù Risorto nella tua esistenza anche quando tutto ti porterebbe a non credere più, o vorresti arrenderti e gettare la spugna perché non ce la fai più e le prove che ti stanno capitando ti schiacciano. Sembra in quei momenti che la morte l’ha avuta vinta, e non è possibile trovare segni di vita. Ma la nostra fede ci spinge fortemente ad alzare lo sguardo, siamo chiamati a cercarLo e a desiderarLo continuamente al di là della delusione che sentiamo. Cerca Gesù Risorto incessantemente nella tua vita, nel tuo matrimonio, se sei single, se sei stato abbandonato, se sei ammalato nel corpo o nell’anima. Cerca la vita ogni giorno, sapendo che nel nostro cammino di fede non ci possiamo adagiare o riposare nel bramare la Presenza di Gesù. Dono dello Spirito Santo è il Timor di Dio, che è la paura di perdere la relazione con Dio. Possa tu sempre aver paura di perdere l’intimità col Signore. Invoca il Suo nome e la Sua presenza perché Lui si manifesti con l’amore delle sue piaghe e del suo costato. ALLELUIA ALLELUIA.