QUINTA TAPPA: Al posto tuo, musiche di festa

Claudia Viola | 30.09.2019

Ci siamo. Ormai è fatta! Sono arrivata alla quinta tappa di questa esperienza così intensa e coinvolgente. In questa marcia francescana delle famiglie Lazio-Abbruzzo sto riscoprendo qual è il mio posto nella mia vita, nella mia storia, in quel Dio che amo tanto.

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Domani è il giorno che ho atteso dall’inizio e i frati ci preparano con la Parabola del figliol Prodigo (Lc 15, 11-32) che è uno dei passi più belli che risponde alla domanda CHI È DIO. Questa è la prima e più importante domanda che come cristiano ti devi porre per non cadere in quegli sterili e inutili moralismi in cui tu ti arrovelli su ciò che devi fare per avere un posto in paradiso. La Parabola ti dice chi è Dio (e di conseguenza ti fa capire chi sei tu): Dio ti vede da lontano, e già avvistando un tuo avvicinamento ti prepara un posto da Principe. Ma questo amore tante volte non ti riguarda e non lo senti rivolto a te perché sei preso dal giudizio sui peccati degli altri (soprattutto moglie, marito e familiari) che sbagliando più di te, hanno meno diritti di avere un posto accanto al Padre. Il fratello minore non sa vivere il posto del Padre perché, disperso nei piaceri, pensa di prendere la vita da un godimento sfrenato. Ma in realtà la concupiscenza della carne lo disumanizza lentamente e lo porta alla morte della sua dignità. Il piacere senza umanizzazione e senza confini è morte! Il fratello minore apparentemente “insalvabile” non è altro che quella parte di te talmente autosufficiente e autoreferenziale che ti fa pensare che tu non abbia bisogno di Dio o degli altri. Per cui è solo nel passo di onestà in cui il fratello minore (tu) fa verità su quel bisogno profondo che solo nell’appartenenza a Dio si può appagare. Questo ti fa levare verso la VERA CASA e ti conduce al posto tuo! Prevale un delirio in cui credi che in quella mancanza esistenziale non hai bisogno di nessuno, come il fratello minore che si dissolve nei piaceri che anestetizzano e non fanno sentire tutto il dolore e le ferite che hanno bisogno di un solo posto: l’abbraccio del Padre. Ti impedisci di godere della tua vera essenza e sei sopraffatto dalle dipendenze, che sono una schiavitù che ti rendono incapace di stare nelle relazioni e scimmiotti una sazietà di plastica. E quando la tua dipendenza è tuo marito o tua moglie che succede? Che non sai stare né con lui né senza di lui, che la idealizzi e la odi, e usi la relazione di coppia per non affrontare le tue difficoltà personali che proietti su di lui o su di lei, dando tutta la colpa. Ma il Padre, che ti vede da lontano, ti corre incontro e s’incolla a te! Dio ti rincorre e ti raggiunge per connettersi con te e darti il posto di figlio che meriti, ricoperto di mantello e gioielli. Ma sappi che Dio non ci tratta tutti uguali. Lui non è democratico per niente e questo il fratello maggiore, che si sente giusto, non lo sopporta. Ma così facendo anche lui si tira fuori da questo amore. Perché non conta se servi il Signore fedelmente in tutti i suoi precetti e nella correttezza di un comportamento ineccepibile. Se non ti sai godere e prendere il suo Amore, se quell’amore non lo irradi su chi ti circonda non ti giova a nulla. Dio si comporta con ciascuno di noi per come ognuno ha bisogno, perché siamo dispersi in modo diverso e necessitiamo ti tempi e strade differenti. CHI E’ DIO? Un Padre che sembra debole, una maternità impotente che sembra subire, che ci dimostra che quando torniamo in noi stessi e volgiamo a lui la direzione, non esita a venirci incontro e a farci la più bella delle feste. Chi è questo Padre per me e chi sono io per questo Padre. Lo sto incontrando in tutti gli abbracci che ho desiderato: quello di mio marito, dei miei figli, di Silvia e Stefano, di Chiara, di Elena, di fra Alessandro. Così non importa se hai tradito, se sei una rigida, se ti comporti spesso da egoista, se non perdi occasione di accusare, se sei preso solo da te stesso, non importa quale peccato ti sta separando dall’amore di Dio e dal tuo posto nella casa del Padre. L’unica cosa che conta è rivolgere a Dio il tuo sguardo e il tuo movimento. Lasciarmi amare così come sono è difficile, pur essendo l’unica cosa di cui ho bisogno che mi fa rientrare nella verità di me stessa. Domani è il 2 agosto 2019. Il mio Sposo è pronto. E io so che il mio posto è fra sue immense braccia che mi aspettano.