La parte migliore: la relazione intima con Dio

Claudia | 17.07.2016

Il Vangelo di questa domenica presenta due persone, Marta e Maria. L’azione la contemplazione a confronto, per spiegare qual’è la parte migliore che ci si può prendere nella relazione con Dio. Marta si occupa del servizio, di fare le cose e farle bene, vuole servire al meglio Gesù che le fa visita e si spende perché tutto sia al top. Fin qui non fa una piega! Non si può vivere una vita cristiana senza opere, senza il servizio, senza il fare.

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Il punto centrale è COME fare questo.

Marta si “affanna”, cioè si angoscia, si agita e spende molte energie per controllare che tutto sia fatto nella giusta maniera. L’affanno porta ansia e agitazione e questi stati d’animo di solito alimentano la tensione. Marta Inoltre è così concentrata a “dare”, che si dimentica di “ricaricarsi”. Alla fine dei giochi è stanca e soprattutto irritata!! Si. Perché quando fai cose belle per un tornaconto sbagliato finisce così. Qual’è il fine di Marta? Cosa si aspetta da Gesù o dagli altri commensali? Approvazione, lode, riconoscimento, reverenza… Quante volte fai le cose per la tua famiglia o per il tuo coniuge, perché in fondo, in fondo ti aspetti qualcosa in cambio. Ti aspetti di essere apprezzato e visto, e se ciò non si verifica ti irrita molto perché spesso sono tali riconoscimenti a farci sentire degni di valore.
QUAL’E’ LA PARTE MIGLIORE PER FARE LE COSE, PER IL BENE. C’è una parte migliore nella relazione con Gesù, che è quella che ci permette di fare le cose bene e per il bene di chi ci sta intorno. Non per noi stessi. Non per un tornaconto. Non perché questo “fare” ti dice che esisti e vai bene. Non esisti in base a quello che fai, all’efficienza, ai risultati e alla prestazione. Esisti perché da Dio ricevi il dono della vita e vai bene così come sei. Puoi fare memoria della tua identità di figlio di Dio, essere consapevole del tuo centro. Nella relazione con Lui, sai cosa ti è necessario. E’ questa la parte che sceglie Maria. Maria sceglie di CURARE LA SUA RELAZIONE COL SIGNORE. Parte da qui. Si siede, si ferma, e ascolta, accoglie la sua Parola. La relazione con Dio le dice chi è e quanto vale.
E a te CHI TI DICE CHI SEI? Il prestigio del tuo lavoro. La grandezza della tua casa. I vestiti firmati. i voti dei tuoi figli. Le attenzioni di tuo marito. Il giudizio degli altri. Fama, potere, apprezzamento delle persone. CHI TI DICE CHI SEI? Qual’è la tua dignità, la portata del tuo valore? DIO TI DICE CHI SEI! Dio ti da la misura di quanto vali. E vali il prezzo della Sua Vita. Fermati. Mettiti seduto. Stoppa un attimo tutte cose. Leggi la Parola. Mettiti in preghiera. Non sei tu dover fare qualcosa per Dio è Dio che vuole darti tanto, tutto, anche l’impossibile: come il dono di un figlio, Isacco, ad Abramo e Sara ormai anziani per poterne avere. Dio vuole darti tutto. Ma spesso sei così preso e affannato dal fare della vita che perdi di vista il vero centro, il vero bersaglio e così la tua vera identità di FIGLIO DI DIO. La parte migliore che è la relazione con Dio è l’unica cosa che niente e nessuno ti potrà togliere. E così se sei fidanzato, sposato, separato, divorziato e non so quale prova stai affrontando, quale soluzione stai cercando, per cosa ti stai affannando. Ti dico FERMATI. Custodisci e coltiva la tua esperienza di Dio, e se non hai fatto questa esperienza falla! Perché solo questa relazione può essere roccia indistruttibile di vita. Tutto il resto crolla miseramente. Se vivi ciò che fai e che possiedi come dono di Dio e un dono d’amore, allora i gesti più quotidiani si trasformano in qualcosa di spirituale come un segno di croce. Custodire la posizione di Maria ti rende capace di amare veramente quando fai qualcosa per gli altri. Un cammino prima di tutto di amore a sé, in cui custodire e coltivare il proprio valore e dignità nella relazione con Dio. Non si conquista razionalmente o moralisticamente. Ma con la preghiera, la Parola, i sacramenti, il discernimento del BENE. Perché poi il fine di tutto è AMARE. Il fine di servire è AMARE. Il fine di ascoltare e accogliere è AMARE. E se mi sento AMATA E VOLUTA BENE allora posso amare chi mi sta intorno. Amati per Amare.