QUANDO LA TUA VITA PORTA FRUTTO

Roberto e Claudia | 14.10.2017

La vita è un dono di Dio prezioso. E come dono Suo, è da Lui che possiamo imparare le “istruzioni per l’uso” per viverla davvero e sentirci pieni, completi, soddisfatti e appagati. Le Sue “istruzioni per l’uso” non sono comandi, doveri, moralismi sterili, ma sono le parole che un Padre dona ad un figlio perché egli possa portare frutto e questo frutto possa rimanere.

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Ma che vuol dire portare frutto? Cosa è un frutto? E che ce ne frega a noi di portare questo frutto? Le risposte sono semplici, come è semplice il pensiero di Dio. Il Signore Dio ti ha scelto nel momento in cui ti ha dato la vita. Ha desiderato proprio te, ha amato e voluto proprio te perché c’è qualcosa che in questo mondo puoi portare solo tu, c’è qualcosa che fra gli uomini puoi fare solo tu. Questo ha a che fare con la tua vocazione all’Amore. La nostra prima chiamata è l’Amore e rispondere a questo Amore è necessario e urgente perché è l’unica cosa che può dare senso e pace alla nostra esistenza. Il frutto che siamo chiamati a dare ha a che fare con tutto questo: sono tutti quei gesti, parole, sentimenti comportamenti con i quali manifestiamo a chi ci sta intorno l’affetto profondo di un Dio che ci ha voluti così bene da mettersi nei nostri panni in tutto e per tutto incarnandosi nel nostro mondo, in un tempo, attraverso una storia che ha trasformato le vite di ciascuno di noi. Questo segmento di storia che racconta l’incarnazione è più grande della creazione stessa, perché non esiste nella storia delle religioni un Dio che si fa uomo e offre la sua vita per la sua creatura! Ecco questo è il frutto che ciascuno di noi è chiamato a portare nella propria vita: donare la propria esistenza affinché chi ci sta accanto possa sentirsi voluto bene, possa sperare oltre il dolore e le ferite, possa sentirsi abbracciato e custodito invece che perso e solo. Dio sceglie e chiama proprio te per portare questo frutto, e quando decidi di dire di sì ecco che le porte del paradiso si spalancano qui sulla terra e che Dio può manifestare la sua Gloria e l’amore diventa contagioso. Non sono aridi concetti teologici da aula universitaria, si tratta di lacrime asciugate, degli abbracci e del conforto donato, della pazienza che porti con i tuoi figli, di tutte le volte che perdoni l’egoismo di tuo marito dandogli un’altra possibilità, di tutte le occasioni in cui accogli l’isteria di tua moglie invece di andarle contro, della possibilità che ti dai di perdonare tua madre che ti ha trascurato, o tuo padre che è stato troppo duro. La Gloria di Dio si manifesta quando puoi stare li nei fatti in cui Dio ti mette pensando bene di Lui e custodendo la speranza, e anche i fatti più difficili, la morte e il dolore non hanno l’ultima parola nel tuo cuore. Si tratta di CREDERE ad un annuncio e farne esperienza, ACCOGLIERE la possibilità di ricevere questo amore e AFFIDARSI alla verità che Dio è Padre e non ci toglie mai nulla se non per darci qualcosa di più grande. E tu quale frutto di amore stai portando nelle tue relazioni? E’ un amore fecondo che da vita o è sterile? Spesso trasmettiamo un amore limitato, a condizione, risicato e stanco. Si tratta di un percorso, di un cammino in cui non è mai possibile adagiarsi, in cui dobbiamo sempre imparare dal nostro Maestro che è Gesù e ci fa vedere come si fa, e per primo ci ama di un’amore incondizionato e infinito indipendentemente da quanto siamo bravi o meno. Possiamo diventare un’altro Cristo, e con discrezione e rispetto essere testimoni di quello che abbiamo ricevuto. E se questa esperienza non l’hai ricevuta cerca nella tua città un’occasione per scoprire questo amore (I DIECI COMANDAMENTI www.lapartemigliore.org). Se invece il Signore ti ha visitato e ha cambiato la tua vita, testimonia la tua fede “non parlando di Dio a chi non te lo chiede, ma vivendo in modo tale che te lo chieda” S. Francesco di Sales.