COSA CHIEDI A DIO PER LA TUA VITA

Roberto e Claudia | 15.04.2019

Voglio cambiare questa cosa ma non ci riesco. Ho fatto tutte le novene possibili e le preghiere pensabili ma la cosa non cambia. È da venticinque anni che sto in terapia ma non cambio. Il cambiamento per un cristiano è legato alla conversione.

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Non è possibile alcuna conversione se non si cambia direzione, strada, se non si trasforma quel qualcosa che causa sofferenza in noi e negli altri. Per un cristiano il cambiamento è vitale come l’aria: senza aria muori, senza il cambiamento personale l’uomo perisce. Cambiare significa crescere, maturare, evolversi, accogliere nuove sfide per germogliare nell’amore a sé e agli altri. Noi di Amati per Amare crediamo fortemente che psicologia e fede possano andare a braccetto per far fiorire l’esistenza della persona. Se da un lato la psicologia aiuta a comprendere e spiegare come funzioniamo e cosa nella nostra storia personale può averci danneggiato o fatto fiorire, la fede in Gesù Cristo ci salva l’anima e ci lancia in un’esperienza di amore eterno che niente di ciò che è umano può darci se non è vissuto in Cristo. Nell’incontro con Gesù quello che rende possibile il cambiamento è il tuo pieno coinvolgimento e protagonismo nella relazione con Lui. Senza di te non si può fare, perché il cammino di fede non è obbligo e costrizione ma incontro d’amore e reciprocità. A volte accadono miracoli che sembravano impossibili. Ma la vita del cristiano non può essere appesa ad una visione magica del cambiamento, perché questo abbatte il senso di responsabilità e protagonismo. Il Signore quando vuole compie miracoli incredibili, stupendi e sorprendenti, per la Gloria del suo nome, e per la conversione di molti. Ma il nostro obbiettivo nella relazione con Dio non è il miracolo, ma riempirci del suo amore. Quell’amore che è l’unico trampolino di lancio per il cambiamento. Solo l’amore aiuta a cambiare. Anche in psicoterapia è così. Ciascuno di noi è segnato da un INIZIO, che coincide con la nostra infanzia. Quando sei nato. Come sei stato accolto o non accolto. Come sei stato cresciuto. Tutto l’amore e il bene ricevuto. Tutto il male e il dolore vissuto. Una sapienza è segnata nella tua pelle, nella tua memoria, in cui è registrato tutto l’amore e i morsi della fame di questo amore. Spesso questo inizio non è dei migliori. Come quello di Gesù: dentro la pancia di una donna che rischiava di essere ripudiata e lapidata per accusa di tradimento, nato in una grotta al freddo e al gelo, in fuga verso un altro paese col rischio di essere ammazzato. Il tuo INIZIO non coincide con la tua ORIGINE. PER OGNI UOMO, LA SUA ORIGINE È DIO. La mia origine è il giorno del mio battesimo. Un incontro che fa da spartiacque nella mia storia, nella verità ontologica di me stessa, anche se non me ne sono resa conto subito. Una possibilità nuova per comprendere che io non sono solo come mi percepisco secondo la mia biografia. Dentro di me c’è una verità più profonda che viene dall’incontro con Dio. Anche Gesù nella sua umanità ha fatto un cammino che vede il giorno del suo battesimo come la sua ORIGINE. Gesù ha fatto un’esperienza d’amore condividendo la sua carne, la sua fragilità di uomo, stava anche Lui in fila con gli altri per ricevere quel dono che contraddistingue l’incontro col Signore, di cui ogni uomo ha bisogno per vivere, crescere, cambiare: una rivelazione d’AMORE. “Tu sei il figlio mio l’amato. In te ho posto il mio compiacimento” Mc 1,11. Accogliere questa verità su di te è faticoso ed è un cammino. Non è una fatica che si fa una volta e basta. Dentro la tua quotidianità, nelle relazioni che vivi ogni giorno con tua moglie, tuo marito, i coinquilini, gli amici, i colleghi, quel digiuno affettivo che a volte vivi, ti riporta alla tua storia biografica, ti ricorda le tue peggio mancanze. Non so se sei consapevole di come certe strategie che hai trovato per cavartela dal non amore, non funzionano e portano sofferenza a te e chi ti sta intorno. Non so se sei consapevole di come ogni peccato che commetti parte da quel frammento non amato di te. Nel peccato sbagli il bersaglio della tua felicità, per un tentativo malsano di sentirti voluto bene, pieno, benvenuto alla vita. Ogni cambiamento implica una conversione, e ogni conversione un cambiamento. Ma occorre un lavoro attivo. Il primo passo è prendere consapevolezza di come la tua affettività snaturata sia collegata alle sofferenze della tua storia. Il secondo passo è comprendere di cosa hai bisogno per cambiare e cercarlo attivamente. A volte ti occorre intensificare il cammino spirituale, a volte ti tocca chiamare un bravo psicoterapeuta. Spesso invece necessitano entrambi. L’obbiettivo è vivere la mia affettività perché sia a servizio della relazione con l’altro, a servizio della vocazione all’amore, sentendomi io per primo l’AMATO E IL DESIDERATO. Sei schiavo della tua biografia o del desiderio di essere come Gesù? C’è una fatica tra il dire e il fare, infatti Gesù va nel deserto dopo il battesimo e affronta i morsi di questa fame attraverso le tentazioni del demonio che lo vogliono portare a compensare queste mancanze col potere. Ma Gesù sa che la cosa non funziona per placare il bisogno d’amore dell’uomo. Nel deserto Gesù non si sente amato, ma SA DI ESSERE AMATO. Cioè nella prova fa memoria della Sua verità. Quanto davvero desideri cambiare. Cosa hai capito che va cambiato della tua relazione col tuo passato. Su cosa hai bisogno di mettere mano. Cosa chiedi a Dio in questo tempo Santo che precede la Pasqua. Su cosa vuoi invocare lo Spirito Santo in questa settimana Santa. Appena uscito dal deserto la prima cosa che dice Gesù è: cambia strada! Ma per cambiare occorre grande fatica e sacrificio. Ma non c’è inizio migliore per affrontare un grande sforzo che attingere alla più bella e profonda verità di te in Dio: TU SEI L’AMATO!