IL MATRIMONIO HA LA FORMA DELLA RESURREZIONE

Roberto e Claudia | 11.02.2018

Il matrimonio ha la forma della resurrezione!La croce e il dolore sono solo un momento di passaggio che serve a farci diventare veri uomini e vere donne. La forma della resurrezione non vuol dire che i problemi si risolvono come vogliamo noi, e nei tempi da noi stabiliti.

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Ma la morte e il dolore non hanno l’ultima parola nelle nostre vite e nelle nostre relazioni, se siamo disposti ad aprire spazi nel nostro cuore in cui fare agire la presenza di Dio. Non si tratta di discorsi astratti e teorici, ma dell’autentico desiderio ostinato e tenace di trovare una strada anche dove tutto sembra chiuso. Perché nulla è impossibile a Dio!!!

Il matrimonio ha la forma della resurrezione se veramente siete disposti a provarle tutte, e a non arrendervi finché non trovate la giusta via per far circolare amore, gioia, intimità e confidenza.

Ma come fare se l’altro non è disponibile a collaborare, se l’altro si rifiuta, si chiude, si allontana. Come fare se c’è un tradimento, o problemi più grossi?!

Non vi arrendete all’AMORE. Prima di tutto verso voi stessi. Il matrimonio ha la forma della resurrezione se ti vuoi bene e ti porti rispetto, se custodisci con la preghiera, le parole e i gesti uno spazio sacro dentro di te dove neanche il peccato e il male dell’altro può entrare, perché quello è il territorio di Dio.

Non vi arrendente all’AMORE. Il nutrimento di affetto e di amore che rivolgete a voi stessi se è autentico porta pace e serenità, la Perfetta Letizia di San Francesco d’Assisi, a cui neanche le bastonate e gli insulti potevano togliere la gioia del Signore. Quando vi volete veramente bene è più semplice per voi ritrovare il vostro centro, il senso della vostra identità, chi siete e mettere un confine fra voi e il male esterno. Occorre un’opera di separazione psichica in qui ognuno si riprende ciò che è proprio e da all’altro ciò che è dell’altro. Così il tradimento di tuo marito parla di lui e delle sue fragilità, non parla di quanto vali come donna. Così la durezza di tua moglie parla dei suoi limiti e non del tuo spessore e della tua virilità di uomo. Spesso ci facciamo invadere dalle fragilità dell’altro, dai suoi sbagli e contaminiamo quello spazio sacro dentro di noi che appartiene solo a noi e Dio.

Il dolore della croce non ha più potere su di voi se siete disposti ad entrarci per imparare qualcosa. Non si tratta di obbligo, di sfogo e repressione. Tutto ciò ha a che fare con la docilità di aprirsi all’amore. Non sposarti se non sei disposto a farti Amare da Dio. Per portare avanti un matrimonio non ci vuole stoicismo e predisposizione al massacro, ma voglia incontenibile di amore, gioia e felicità.

Tante volte ascolto storie di particolare sofferenza, in cui non c’era molta coscienza del sacramento, o in cui l’immaturità affettiva di storie ferite, non ha permesso di entrare con responsabilità e consapevolezza nel matrimonio. Ma in qualunque storia, in qualunque fatto della nostra vita io credo che Dio si incarna e benedice. E se siamo disposti a Cercare Lui che la Via, la Verità, e la Vita è sempre possibile trovare un senso a ciò che sta capitando.

Il mio matrimonio ha avuto la forma della croce per otto lunghissimi anni. In quel marasma di dolore, solitudine e tristezza sono rimasta perché in ogni crisi, nella rabbia più furiosa, sentivo una voce partire dal di dentro che mi diceva che mio marito era l’uomo della mia vita. Quello stronzo insensibile era la persona che io amavo nonostante tutto. Il mio amore era per lui, anche se la mia rabbia mi portava a respingerlo. Infine non era pensabile per me togliere un padre ai miei figli, perché se come marito lasciava a desiderare Roberto è sempre stato un padre meraviglioso. Infine sono una persona molto ostinata, in certi casi così testarda da risultare insopportabile, così per me arrendermi non è previsto. Il mio matrimonio ha avuto la forma della croce, ma in tutti quei lunghi 8 anni mi ripetevo che tutto non poteva esaurirsi nella misera sopportazione! Io volevo tutto il pacchetto! La promessa della gioia e della felicità che Dio mi ha fatto! Che non ha niente a che vedere con l’assenza di problemi o prove, ma che riguarda la possibilità per me di sentirmi unita a mio marito. Una squadra unita per la Buona Battaglia. Il mio matrimonio ha avuto la forma della resurrezione non quando mio marito è cambiato, ma quando io ho deciso di riprendere in mano la mia vita, la mia relazione con me stessa e con Dio. Quando ho cominciato a custodire quello spazio sacro dentro di me in cui neanche mio marito può entrare. Ecco che allora è giunto il tempo della Giustizia per il mio matrimonio e ho assistito a cambiamenti che sanno di miracoli. Ma la vera resurrezione per me è stata la mia libertà interiore di accettare mio marito così com’era (che non significa avallare le sue immaturità o i suoi comportamenti dannosi per noi), potendolo volere bene mentre lo spronavo ad affrontare quei cambiamenti necessari per noi. Tutto questo non si fa da soli. Dobbiamo imparare a chiedere aiuto. A Dio nella preghiera e nei sacramenti e alle persone intorno a noi, fratelli, amici, sacerdoti, suore, psicoterapeuta se necessario.

Il matrimonio ha la forma della resurrezione. Non so in che tempi e in che modi nella tua storia. Ma tu non mollare mai nel ricercare la VITA nel tuo matrimonio.