La forza di dire NO

Claudia Viola | 20.04.2020

Saper DIRE DI NO dà la possibilità alla persona di mettere un confine con l’altro su cose spiacevoli, di esprimere i propri bisogni e le proprie esigenze.

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Sembra una procedura egoistica in contrasto con i principali dettami della fede cristiana, che invece annuncia in lungo e in largo che l’amore è dono di sé, mettere davanti a sé l’altro. Facciamo chiarezza su questo punto, spesso controverso: per donarti ti devi possedere, per rinunciare a te stesso devi prima avere chiaro chi sei (identità profonda) perché Cristo ha scelto LIBERAMENTE di donarsi, nessuno gli ha tolto la vita, lui ha deciso di regalarla. C’è un tempo per dire di no e c’è un tempo per dire si. Ogni passo può essere fatto al momento giusto nel bene di noi stessi e delle nostre relazioni. Perciò la domanda più importante da farti per discernere quando dire si e dire no è: qual è il BENE in questa situazione per me e per l’altro? La risposta spesso è molto complicata e preferiamo categorie e letture estreme e nette, bianco o nero, dentro o fuori, piuttosto che fare i conti complicati, col divenire della nostra storia passata e presente. Ma facciamo un passo per volta. La rabbia è l’emozione che da la forza di dire no. Emozione sana, che aiuta a crescere, la rabbia è quell’energia che ti segnala che sta capitando qualcosa di spiacevole di più o meno grave: un abuso ai tuoi bisogni, al tuo confine, al tuo valore. La rabbia serve per proteggerti, difenderti, differenziarti, separarti dall’altro diventando sempre più autenticamente te stesso e questo è ciò che ti permette di conoscerti e farti conoscere dall’altro. Non ha niente a che vedere col passare la giornata a sbraitare e fare l’isterica. Non significa passare ogni cosa al setaccio strettissimo del tuo filtro in cui non ti va mai bene niente. La rabbia repressa non va bene. Essere perennemente nervoso e irritato non va bene. Se incassi, ingoi, subisci e fai finta di non sentire quello che senti prima o poi esploderai, magari con qualche azione impulsiva e sproporzionata, oppure somatizzerai e ti ammalerai, perché ciò che la bocca non dice il corpo lo urla. Se invece ti senti sempre teso e irritato vuol dire che il volume della tua rabbia è troppo alto, niente ti va giù, tutto ti urta e reagisci sempre in modo negativo. C’è qualcosa che non va. Starti accanto può diventare un incubo perchè non esisti solo tu. Come vedi emergono due polarità: in quella in cui non dici mai di no e non ti arrabbi mai, tu non esisti. In quella in cui ti arrabbi sempre, esisti solo tu. Che fare allora? Bisogna fare verità e fare un checkup di come gestisci questa emozione: sei consapevole o neghi? Reprimi o ti fai travolgere? Quali sono i temi caldi che ti toccano di più? Come sono collegati alla tua storia di vita e alla tua famiglia d’origine? Quando sei consapevole di sentirti arrabbiato, il passaggio successivo è accorgerti di cosa ti ha fatto arrabbiare (stimolo), verificare se l’emozione è appropriata o sproporzionata, esprimere in modo assertivo ciò che senti e desideri: “Non mi piace quando urli e ti chiedo di smettere”; “mi sento furiosa quando picchi i bambini senza un motivo”; “mi sento veramente irritato quando invadi il mio spazio personale”; “non mi piace sentirmi obbligato a mangiare tutte le domeniche a casa tua mamma”… e via discorrendo. Come puoi vedere si tratta dire di NO. La comunicazione è molto importante e può avere varie intensità a seconda della situazione: ci sono volte in cui è necessario alzare la voce, ma la cosa importante è essere padrone di ciò che stai scegliendo di dire o fare, piuttosto che agire impulsivamente. Più ti conosci, ti accetti, ti accogli, ti ami, esprimi dove stai, meno dipendi dall’altro, pretendendo che l’altro cambi come vuoi tu o facendo le cose per influenzare l’altro, per ricattarlo. Solo se ti possiedi davvero puoi donarti. Questo passaggio è fondamentale in tutte le relazioni. Perché poterti arrabbiare e dire no non significa costringere l’altro ad essere come vuoi tu, ma a poter esprimere la tua identità, assumendoti la responsabilità di cosa ti piace o non ti piace e poterlo comunicare e prendere posizione. Facciamo due esempi: con la famiglia d’origine e nella relazione di coppia. Se la tua famiglia d’origine è molto invadente (cioè le cose vanno fatte come dicono loro, quando dicono loro e non accettano differenze) saper dire di no è il mezzo con cui tagli il cordone ombelicale della dipendenza e ti impegni seriamente a costruire te stesso in quello che sei non in ciò che loro si aspettano. Questo passaggio ti aiuta a rigenerare la relazione e nella misura in cui trovi davvero te stesso e rafforzi il centro della tua identità, puoi a momento opportuno prenderti cura di loro ed esserci per loro come hanno bisogno, non per dipendenza o obbligo, ma per scelta d’amore. La differenza fra obbligo e scelta d’amore non sta nel fatto che non ti costa o che non soffri più, ma che tu per te ci sei, sei presente a te stesso e responsabile, sei libero, e ti senti al posto giusto a fare la cosa giusta per il bene di entrambe le parti. Quanto questo è più vero nel matrimonio. L’ho capito a mie spese grazie a Dio, senza farmi affossare dallo stereotipo della moglie cattolica che tutto sopporta indiscriminatamente senza discernere il bene. Nel mio matrimonio il bene della nostra relazione è stato che io urlassi un forte NO. Fermo, chiaro, libero, responsabile e centrato. Non il “no” di una pazza furiosa che sbrocca solo perché ne ha incassate troppe. Quando quel no esprime la tua identità, diventa il confine di quello spazio sacro che ti permette di ricordarti chi sei, chi sei tu per Dio. Figlio Amato. In modo direttamente proporzionale a questi bellissimi e sofferti no, oggi posso dire SI a tante cose nel mio matrimonio che prima mi sentivo solo obbligata ad ingoiare e oggi invece scelgo liberamente di tenere. Anche con la mia famiglia d’origine. Se ci sono stati momenti in cui potevo solo scappare, ora voglio restare. Se ci sono momenti in cui ho respinto, oggi accolgo. Nella misura in cui quei NO servivano a trovare me stessa, oggi spalancano le porte a tantissimi SI, che sono sicura cresceranno con i fatti della vita in cui il Signore mi chiamerà a gesti di amore forti e veri in cui sarò invitata a rinunciare a me stessa per quell’amore. E con la grazia di Cristo vorrò farlo, perché mi appartengo e mi posseggo. E voglio concludere con la Parola di Dio: Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo.
C’è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.
Un tempo per uccidere e un tempo per guarire,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per gemere e un tempo per ballare.
Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per serbare e un tempo per buttar via.
Un tempo per stracciare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace. […] Egli ha fatto bella ogni cosa a suo tempo.

Possa tu avere la forza di dire NO a suo tempo, per dire SI nel tempo giusto. A lode e Gloria di Dio, e per rivelare la meraviglia del Suo Amore.